Sinistra contro Trump: farneticazioni e accuse contro il tycoon e Meloni

Non hanno ancora capito che l’Europa dovrebbe unirsi agli Usa e imparare a reggere il ritmo. Se oggi fossero al governo, l’Italia sarebbe nei guai

E menomale che Giorgia Meloni, da Presidente del Consiglio italiano e personalità tra le più influenti del continente, ha ribadito agli alleati europei che bisogna stare fortemente uniti dalla parte dell’Atlantismo. Un monito che alla sinistra (quella italiana) è entrato da un orecchio ed è uscito dall’altro. I progressisti continuano con la loro strategia del ‘partito preso’, cioè dire il contrario di ciò che dice e fa la Meloni e la destra in generale, senza pensare per un attimo al peso di certe dichiarazioni e a possibili ripercussioni.

Ma l’Italia può essere il ponte tra Ue e Usa

Specialmente in fatto di politica estera, le opposizioni non sono mai state pienamente in linea con la causa occidentale. Troppe ambiguità, sia in Ucraina che in Medio Oriente. E proprio adesso che il conflitto tra Kiev e Mosca sembra essere diretto alla conclusione, viene a galla tutto l’opportunismo della sinistra, che fa pensare soltanto una cosa: se ci fossero stati loro al governo in questo periodo storico, l’Italia sarebbe isolata internazionalmente. Inizia la segretaria del Pd, Elly Schlein, intervistata da Repubblica: “Giorgia Meloni venga a dire in aula da che parte sta. Se ha deciso di indossare la maglia dell’Europa o il cappellino dei Trump”. E ancora: “La premier deve innanzitutto spiegare cosa intende fare lei. Decidere se schierarsi con l’Europa o con il presidente americano. Da settimane dicevamo che non si può stare col piede in due scarpe in eterno. Quanto accaduto in questi giorni impone una scelta di campo. Qual è la sua? È l’ora di dare una risposta: all’Italia prima che a noi”. In pratica, la leader del Pd non solo ha inventato una divisione tra Ue e Usa che, se ci fosse, andrebbe evitata, ma ha anche invitato la Meloni a schierarsi da una parte o dall’altra, non capendo che la soluzione vera è creare una comunicazione tra i due tasselli fondamentali dell’alleanza atlantica. Un ponte che molti riconoscono proprio Giorgia Meloni.

Andiamo avanti. È il turno del suo collega, il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che tenta di farle continuamente le scarpe, riuscendo continuamente a fare più clamore mediatico rispetto all’italo-svizzera. Per Conte, se Trump scavalca la Ue è perché “l’Europa e l’Italia sono stata incapaci di definire una strategia politica. Uno spettacolo deprimente: Meloni e soci hanno pensato di vincere con le armi, mentre invece avrebbero potuto vincere solo con la politica e la diplomazia, diventando protagonisti nel negoziato e nella definizione di un nuovo orizzonte di pace e sicurezza per l’Ucraina e le restanti crisi”. Ed è così che la politica internazionale si trasformò, come nelle favole, in un mondo ideale, senza armi né guerre, dove basta cantare Imagine di John Lennon per tirarsi fuori dai guai. Peace.

Parla anche Letta: “Dobbiamo fermare Trump”

Torna a parlare anche Enrico Letta. Il predecessore della Schlein, artefice della debacle del 2022 contro una straripante Giorgia Meloni, si è unito al lamento dei direttori degli Istituti Jacques Delors in Europa. Nella nota, spiegano che Trump avrebbe portato “pericoli seri e molteplici”. Per questo, l’appello: “Dobbiamo fermare Trump”. E l’Europa può farlo “con il peso strategico, economico e politico combinato dell’Ue e dei suoi Stati membri” perché “insieme possiamo mobilitare gran parte del mondo che la pensa come noi, ma che non ha i mezzi per agire con decisione”. Insomma, Trump viene visto come un pericoloso criminale, quasi incolpato di voler scendere a compromessi con Putin. Ma a quanto pare non va mai nulla bene ai progressisti, né fermare la Russia con le armi né cercare una mediazione. Insomma, è chiaro, e lo ribadiamo: se in questo momento storico ci fossero loro al governo, altro che Italia ponte tra Ue e Usa, sarebbe in bilico l’Atlantismo su cui si fonda la nostra società.

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