Sinistra impresentabile: l’Europarlamento fa il pieno di immigrazionisti e Ong

Le teorie no-border, il pro-immigrazionismo sfegatato, quello che usa l’alibi umanitario per nascondere altri interessi, che non si preoccupa di alimentare il circolo vizioso delle morti in mare e delle migliaia di euro pagati dai migranti per attraversare deserto e Mediterraneo, con i sentiti ringraziamenti delle mafie che gestiscono il traffico di esseri umani. Complicità della politica o meno, coloro che realmente decidono chi entra in Europa e chi no, sono i trafficanti di esseri umani, ma anche le Ong, che spesso e volentieri ha saputo trattare con loro. Nel Parlamento europeo siedono tra i banchi della vecchia ma rinnovata (perché allargata) maggiorana Ursula, alcuni tra i nomi più importanti del mondo senza confini. Fatto che lascia presagire una cosa: se la presidente della Commissione europea, la popolare tedesca von der Leyen, ha sottolineato, nel suo discorso al Parlamento europeo, che la strada da seguire è quella degli accordi con i Paesi di origine e di transito dei flussi e del contrasto ai contrabbandieri di vite umane (una chiara apertura ai conservatori di Ecr e al modello esportato da Giorgia Meloni), la presenza di certi personaggi, noti per vicende diametralmente opposte, ci fa capire quanto sarà complicato, ancora una volta, dare all’Europa una direzione diversa sul tema dell’immigrazione.

Sulla scia della Rackete

Tra socialisti, sinistra radicale e verdi, i nomi di chi pensa che i confini siano qualcosa da abbattere, non sono pochissimi. Partiamo dall’Italia e da The Left, il gruppo europeo della sinistra radicale, che annovera al suo interno eurodeputati di Sinistra Italiana (sì, Avs si è divisa in Europa) e nuovi membri del Movimento Cinque Stelle, che fino a qualche settimana fa navigavano nel limbo del gruppo misto europeo. All’interno di questo gruppo dai pochi iscritti ma rimasto stabile rispetto a cinque anni fa, spicca il nome di Mimmo Lucano. Lucano è il sindaco di Riace, un paesino della città metropolitana di Reggio Calabria Lì vivono meno di 2000 anime, è la zona calabra del dialetto greco ed è nota perché il suo mare ha restituito i famosi bronzi. Ma Riace è diventata famosa per essere stata trasformata in un centro di accoglienza di migranti a tempo indeterminato, con Lucano protagonista di alcune vicende giudiziarie dalle quali è stato assolto. Tra i socialisti, invece, troviamo Cecilia Strada in quota PD. Cecilia è figlio di Gino, noto attivista e fondatore di Emergency, mentre lei, Cecilia, è tra i fondatori di ResQ-People Saving People. Andiamo avanti: in The Left compare il nome di Carola Rackete, l’attivista tedesca che fece sbarcare la Sea Watch a Lampedusa speronando una motovedetta della Guardia di Finanza. Il tutto, contro il parere del Governo Conte, i cui sostenitori se li ritroverà come compagni di banco (della serie: ah, come passa il tempo, come cambiano le cose in appena cinque anni). Ancora a The Left appartengono altri personaggi controversi, che dalla Francia, dalla sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon, copiano i nostri fieri sostenitori di Ong e mondo woke. Troviamo Damien Careme, che oggi il Giornale ha definito il “Mimmo Lucano francese”. Oppure compare il nome di Rima Hassam, una attivista franco-palestinese nota per aver fondato una Ong mentre era accusata di “apologia del terrorismo”.

La strada da seguire è un’altra

La lista sarebbe ancora lunga. Ma è davvero questa la strada che l’Europa deve seguire? I numeri dicono altro: in meno di due anni di collaborazione tra Governo Meloni e Unione Europea, di dialoghi e di nuovo approccio sul tema, gli sbarchi sono calati del 60% in questi primi sei mesi dell’anno rispetto al periodo gennaio-giugno del 2023. E sono 15mila i minorenni in meno sbarcati sulle coste italiane. È questa in realtà la rotta da seguire, quella della cooperazione internazionale, per evitare che il Mediterraneo si macchi ancora una volta del rosso del sangue dei migranti.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

1 commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.