Il congresso federale della Lega, tenutosi a Firenze, ha dato nuova legittimazione alla leadership di Matteo Salvini, riconfermato segretario del Carroccio per acclamazione. Il vicepremier e ministro dei Trasporti del Governo Meloni guiderà la Lega almeno fino al 2029. Certo, la sua era l’unica candidatura per la segreteria del partito di Alberto da Giussano, ma Salvini si trova alla testa della Lega dal 2013 e dopo tanti anni di conduzione può non essere scontato il rinnovo della fiducia da parte della comunità politica alla quale si appartiene. Quindi, il congresso leghista ha ribadito il ruolo di Matteo Salvini e, altro aspetto importante per tutta la Nazione, ha certificato il prosieguo della coesione che caratterizza la maggioranza politica di centrodestra su cui si basa il Governo Meloni. Salvini, dall’assise fiorentina, ha garantito che il suo partito sarà il collante di un governo destinato ad avere vita lunga, a terminare il proprio mandato con la fine naturale della legislatura.
Un esecutivo che durerà e lascerà il segno con riforme istituzionali e costituzionali, il premierato e l’Autonomia differenziata, che devono camminare insieme. Il leader della Lega ha parlato di Giorgia Meloni come di un’amica e non solo semplice alleata. L’amica Giorgia, nel videomessaggio rivolto alla platea congressuale leghista e al suo leader, ha fatto proprie le parole di Salvini circa le riforme. Premierato, Autonomia e Giustizia si trovano nel medesimo solco, a dimostrazione di quanto sia infondata una certa narrazione delle sinistre. L’elezione diretta del premier non è un obiettivo che interessa solo a Fratelli d’Italia e quasi nulla alla Lega, così come l’Autonomia non è una merce di scambio concessa per forza di cose al Carroccio della quale il partito del Presidente del Consiglio è in realtà disinteressato. Sì tratta di un unico convoglio riformatore che viaggia su una sola strada e che dimostra come Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia riescano ad essere complementari e non conflittuali.
La premier Meloni ha ricordato altresì tutte le altre questioni circa le quali il Governo ha già agito o sta agendo, all’insegna di una forte sintonia interna fra gli alleati. Il DL sicurezza appena approvato, che attribuisce la tutela legale agli agenti delle Forze dell’Ordine, finora vulnerabili di fronte a teppisti e criminali organizzati, la difesa dei confini e la lotta alla immigrazione clandestina, la sfida, infine, dei dazi, da affrontare con pragmatismo, trattando senza timidezze con gli USA e chiedendo però all’Europa di non limitarsi al vittimismo e di operare per il proprio bene con l’eliminazione coraggiosa della burocrazia continentale, dei lacci e lacciuoli dirigistici e di pianificazioni para-sovietiche come il Green Deal.
Macigni questi, che opprimono le imprese europee ancor più delle gabelle di Donald Trump. Quanto citato da Giorgia Meloni nel videomessaggio vede un idem sentire particolare fra la premier e il suo vice Salvini. Poi è chiaro che vi siano anche sensibilità diverse fra i conservatori di Fratelli d’Italia, la Lega e Forza Italia, (pure il passato di Alleanza Nazionale e della Lega Nord di Umberto Bossi non è stato privo di differenziazioni), ma gli attori di questa maggioranza di centrodestra condividono come un sol uomo gli obiettivi di fondo e ciò arreca un profondo dispiacere ai gufi e alle civette di sinistra.