Era chiaro che sarebbe accaduto, perché da quando sono tornati al potere, i talebani in Afghanistan non hanno fatto altro che comprimere sempre più i diritti delle donne. Oggi, dopo aver reintrodotto tutta una serie di restrizioni, tra cui il velo integrale e la necessità per ogni donna di essere accompagnata fuori casa da un parente maschio, viene impedito loro l’accesso all’istruzione superiore. Niente università dunque per le donne afghane, perché, afferma il Ministro dell’Università Neda Mohammad Nadim l’istruzione femminile è “non islamica e contraria ai valori afghani”.
Negare l’istruzione si colloca su un piano ideologico come una violenza assoluta e totalizzante, considerato che la cultura è l’unico veicolo per l’emancipazione è l’istruzione è un diritto umano fondamentale. Ma in Afghanistan è necessario piegare ogni afflato di libertà, occorre rispondere pedissequamente alla Sharia per dare quotidiane prove di forza di un regime che riesce solo a diffondere terrore, ma che sta contestualmente portando il Paese alla rovina economica.
La comunità internazionale, tuttavia, appare tiepida, poco reattiva di fronte alle continue violazioni dei diritti umani, quasi assente sul piano delle consequenziali azioni di condanna. Non sono sufficienti le tentennanti minacce o le tiepide raccomandazioni, occorre una presa di coscienza vera della deriva che sta interessando l’Afghanistan come tutto il medio oriente in cui i regimi integralisti detengono il potere. Dall’Afghanistan all’Iran, fino ad arrivare al Qatar, assistiamo quotidianamente ad una imbarazzante arrendevolezza, che sfocia in buona sostanza in un nulla di fatto in termini di protezione attiva delle istanze delle popolazioni e delle donne in particolare.
Il Governo a trazione Meloni, in questo senso, ha dato segnali importanti rispetto ad una rinnovata sensibilità. Soprattutto con riferimento alla condanna senza infingimenti dell’islam integralista a cui mai si è strizzato l’occhiolino: dalle dure prese di posizione sulle vicende del Qatar, peraltro portate avanti da tempi non sospetti, quando si era opposizione, passando per la censura ferma delle repressioni iraniane, sulle quali anche in seno al consiglio Europeo il Presidente del Consiglio è stata chiarissima. Oggi è la volta della recrudescenza islamista in Afghanistan, anche questa denunciata già dai tempi del troppo frettoloso ritiro delle truppe dello scorso anno. Avevamo detto che sarebbe accaduto e lo avevamo denunciato, anche questo, con grande forza. Purtroppo, anche in questo caso, Fratelli d’Italia si è rivelata essere un’inascoltata Cassandra.
Ciò che è certo è che non smetteremo di ribadire le nostre posizioni, che non arretreremo di fronte alla sfrontatezza dell’islam politico, che sta tentando in ogni modo di incunearsi in Occidente esercitando ogni tipo di influenza, più o meno lecita. E dinanzi ai diritti delle donne di cui fa scempio l’oscurantismo integralista terremo alta l’attenzione, ci faremo portavoce di democrazia e saremo sempre al fianco di chi oggi rischia di morire per ciò che per noi è un nulla. Perché in quei paesi, si è messi a morte per il solo fatto di voler acciuffare anche solo dei piccoli scampoli di libertà.