Fa tappa a Bologna oggi il Treno del Ricordo, il museo itinerante promosso dal governo e fortemente voluto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ricorda la storia delle vittime delle Foibe e in particolare quella degli esuli giuliano-dalmati, ripercorrendo la tragica fuga degli italiani dalle loro terre natie. La tappa a Bologna è particolarmente sentita: 77 anni fa infatti, il 18 febbraio 1947, il treno carico di esuli si fermò proprio a Bologna. Lì fu preso d’assalto da numerosi riduzionisti comunisti, carichi d’odio politico verso loro stessi connazionali: il treno venne preso a sassate e sputi, mentre il latte destinato ai bambini fu rovesciato sui binari dai sindacalisti della CGIL. Non a caso, fu denominato “treno della vergogna”. Oggi, a 77 anni di distanza da quelle violenze, il sindaco di Bologna Matteo Lepore stringe la mano a Chiara Sirk, presidente dell’Anvgd (l’associazione degli esuli istriani e giuliano-dalmati) di Bologna. Una stretta di mano dal forte valore simbolico, che supera anni di silenzio, di dinieghi, di odio verso una parte fondamentale ma colpevolmente dimenticata del popolo italiano. Una stretta di mano che ricuce quella ferita aperta 77 anni prima, quando l’odio politico di un pezzo d’Italia voleva cancellare parte della storia, nel vergognoso silenzio delle Istituzioni. Ora quei tristi fatti vengono opportunamente ricordati grazie all’impegno di un esecutivo che ha saputo ridare dignità a migliaia di italiani: certe immagini dimostrano che la direzione intrapresa per il superamento del riduzionismo è quella giusta.
Anche a me i comunisti del 1947 hanno tolto il latte versandolo sui binari, che siano maledetti, non per sempre, ma per l’eternità. “IPOCRITISSIMI”.