Ucraina, Meloni ponte USA-UE: l’Italia gioca una partita storica

Si dice che il tempo sia galantuomo. Un concetto che dovrebbero ricordare tutti coloro che oggi puntano il dito sulle dinamiche in corso nel quadrilatero geopolitico che unisce Russia, Ucraina, Stati Uniti e Unione Europea.

E, infatti, è bastato attendere qualche giorno per vedere i primi segnali di una svolta. Dopo il discusso incontro di Riad tra Vladimir Putin e Donald Trump e la successiva riunione europea all’Eliseo, i tasselli del mosaico diplomatico iniziano a ricomporsi. E, nel farlo, smentiscono le accuse al vetriolo di chi, forse, non ha ancora ben chiaro il funzionamento delle intese internazionali.

Dopo il primo contatto tra Trump e Putin, gli Stati Uniti hanno infatti proseguito il loro lavoro diplomatico, incontrando anche Volodymyr Zelensky attraverso il rappresentante speciale del Presidente americano per l’Ucraina e la Russia, Keith Kellogg. Un faccia a faccia che il leader di Kiev ha commentato con toni insolitamente fiduciosi, scrivendo su X: “Incontro produttivo. Sono grato agli Stati Uniti per tutta l’assistenza e il sostegno bipartisan per l’Ucraina e il popolo ucraino.”

Ma com’è possibile? Trump non era forse quel “brutale dittatore” che alcuni media dipingono con toni apocalittici? Eppure, a ben vedere, il tycoon sta agendo proprio nel suo ruolo di mediatore. A confermarlo è stato lo speaker della Camera americana, Mike Johnson, in un’intervista a Newsmax, in cui ha smontato le narrazioni allarmistiche, spiegando che “una mediazione non si fa mettendo subito nella stessa stanza le due parti coinvolte, ma negoziando preliminarmente in modo separato con entrambe”.

Ed è esattamente ciò che Washington sta facendo in questa delicata fase delle trattative russo-ucraine. Un lavoro che coinvolge anche l’Europa, che il Congresso americano continua a considerare un “alleato indispensabile”, smentendo ogni illazione su un presunto isolamento del Vecchio Continente nelle strategie di Trump.

L’Italia protagonista sulla scena diplomatica

E chi aveva già colto la chiave di lettura di questa nuova fase negoziale? L’Italia. Il nostro Paese ha assunto una postura chiara, coerente e strategicamente lungimirante, ribadendo fin dall’inizio la necessità di costruire un asse solido tra UE e USA per arrivare a un armistizio tra Russia e Ucraina. Una posizione che non ha mai vacillato né sul sostegno all’Ucraina né sulla fedeltà all’Alleanza Atlantica, consapevole che gli Stati Uniti resteranno sempre un alleato cruciale.

A smontare ogni dubbio sulle intenzioni italiane è stata la stessa Presidenza del Consiglio, che in una nota ufficiale ha chiarito come la priorità di Roma coincida con quella dell’Europa, della NATO e di Kiev. Un messaggio che non lascia spazio a fraintendimenti: l’obiettivo dell’Italia è “lavorare con Stati Uniti, partner europei e alleati occidentali per una pace duratura in Europa, che garantisca sicurezza reale ed efficace all’Ucraina”.

E mentre qualcuno ancora prova a dipingere il Governo Meloni come un attore marginale o subalterno, i fatti raccontano una storia ben diversa. L’Italia non è più spettatrice, ma protagonista di una partita storica, giocando un ruolo di mediatore che potrebbe rafforzare la sua posizione tra le grandi potenze del futuro.

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