“Nel 2020, nel corso della pandemia, alcuni Stati dell’Unione Europea, tra cui il mio, l’Italia, decisero di finanziare la riconversione di alcuni processi produttivi, perché ci si era resi conto che non c’era manifatturiero in sanità, che non si era nelle condizioni nemmeno di produrre nel territorio dell’Unione Europea una mascherina. Accadde, però, che furono messi a disposizione ingenti fondi, ma non capacità di produzione”, così l’eurodeputato di Fratelli d’Italia/ERC, Ruggero Razza, coordinatore del gruppo Ecr nella Commissione per la sanità pubblica (SANT). E prosegue intervenendo sullo Scambio di opinioni sulla relazione strategica dell’Alleanza per i medicinali critici: “Per i farmaci generici (e non solo) bisogna correre ai ripari: servono investimenti per rendere competitiva la nostra industria farmaceutica perché oggi, soprattutto nel caso alcuni farmaci generici, le aziende rinunciano di portare avanti una produzione europea perché considerata antieconomica.
Quindi è corretto che ci si ponga il problema della produzione e del rilancio di questa industria, per l’Italia fondamentale. Aspettiamo il critical medicine act, ma per raggiungere l’obiettivo serve anche correggere alcune regolamentazioni che non sono propriamente sanitarie. Io penso a quella sulle acque reflue, che incrementa significativamente il costo di produzione di farmaco, colpendo sia l’industria del farmaco sottoposto a brevetto sia soprattutto l’industria del farmaco generico e quindi di una parte importante dei medicinali critici. Ma il problema principale è l’approvvigionamento dei principi attivi. Su questo tema la relazione oggi presenta appare abbastanza lacunosa”.