Università, stop ai test d’ingresso a Medicina

La Commissione Istruzione del Senato ha approvato l’abolizione dei test d’ingresso per le facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Addio al famigerato “Tolc”, il test con domande assurde che decideva il futuro degli studenti sulla base del caso e della fortuna. Ora chi vorrà intraprendere la carriera universitaria per diventare medico non dovrà più vivere con l’ansia del fallimento per una prova di poche ore che non valutava in maniera equa la preparazione dei ragazzi. La meritocrazia torna al centro: gli studenti saranno valutati dopo il primo semestre di corsi in base agli esami sostenuti, uniformi per tutti così da stilare una graduatoria nazionale basata sul merito. Dai 20mila di quest’anno i posti aumenteranno a 25mila e chi non verrà selezionato per il secondo semestre potrà iscriversi ad altri corsi di laurea utilizzando i crediti formativi già acquisiti. La riforma include, comunica il Ministero dell’Università e della Ricerca, iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l’ingresso nei corsi di laurea. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per il Servizio Sanitario Nazionale. 

FdI: “Ennesima promessa mantenuta da questo governo”

Grazie al governo Meloni è finita l’era delle domande che non c’entravano nulla con il percorso che avrebbe dovuto affrontare chi sosteneva il test (ad esempio sul pastafarianesimo e sulla grattachecca), per non parlare della presunta compravendita delle domande via Telegram. Una battaglia portata avanti anche dal Pd, famose le esternazioni del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che definì “criminali” se non “camorristici” i metodi con cui si sbarravano gli accessi alle professioni sanitarie. È però attraverso il lavoro di Fratelli d’Italia che finalmente i giovani verranno tutelati, la legge delega dovrebbe rendere operative le diverse modalità di accesso già dall’anno accademico 2025-2026: “L’azione del governo in questa delega sarà diretta a togliere dei tabù: l’obiettivo è superare i limiti dell’attuale sistema e razionalizzarli affinché la selezione sia fatta nei modi e nelle materie giuste e non con i metodi precedenti”, ha affermato il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità e Lavoro di Palazzo Madama, durante la conferenza stampa “La riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria” tenutasi nella Sala Nassiriya di Palazzo Madama. 

Soddisfazione del governo espressa dalle parole del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini: “Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico. Il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30 mila professionisti in più nei prossimi sette anni. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e Veterinaria, ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione”. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

1 commento

  1. Gentilissimi, da votante in primis e successivamente da Sanitario, mi spiace dirvi che avete preso una CANTONATA abissale. il Test di ingresso è FONDAMENTALE. NON è vero che limita la formazione di medici. Il vero problema sta nel percorso di Specializzazione e nel Sistema sanitario in senso allargato. Per correttezza verso chi non sa i dati ufficiali pubblicati, ci sono specializzazioni di medicina (dopo il percorso di laurea per intenderci) che non arrivano ad essere riempiti nei posti a disposizione mentre altri hanno la lista d’attesa. Il tema dei medici di medicina generale? Non è togliendo il test d’ingresso che si colma visto che dopo il percorso di laurea primario, in ITALIA è comunque necessario fare un percorso per avere l’abilitazione; sarebbe opportuno che TUTTI i laureati in medicina una volta terminato il percorso fossero già abilitati a fare il medico di base, quindi potrebbe essere necessario rivedere il percorso di laurea più che creare nuovi precari o peggio, abbassare la qualità della formazione. E parlo del rischio di inficiare la formazione proprio perché il test di medicina permette un rapporto di studenti nelle strutture tale per cui è possibile permettere una certa rotazione nei reparti e un determinato rapporto nelle sale operatorie e negli ambulatori, seguiti dal medico strutturato, e già così in determinate realtà è a rischio; aumentare i numeri significa necessariamente mettere ancora più a rischio questo delicato equilibrio. Senza contare che a fronte di tutto questi “medici non formati” il problema della mancanza di medici nel SSN dipende prevalentemente dal mancato aggiornamento degli stipendi pubblici che in generale nell’ambito sanitario, per le responsabilità che si hanno, costi per la formazione continua obbligatoria (a carico del professionista), dell’obbligo dell’assicurazione professionale (in carico al professionista), quello che è il valore dell’erario è paragonabile a uno stipendio impiegatizio (senza voler denigrare nessuno sia chiaro, massimo rispetto per ogni lavoratore). Sicuramente ci sono dei problemi oggettivi, ma non è il test d’ingresso che fa cambiare ciò che avviene dopo. Ci possono essere mille altre cose da fare, sicuramente migliorando il test che ad oggi può si essere poco attinente. Sicuramente si può migliorare la formazione rendendola maggiormente unificata come percorsi tra le varie università e magari selezionando meglio i percorsi. Si può intervenire maggiormente su chi lavora nei reparti affinché siano maggiormente prestanti nel formare e non si approfittino dei futuri medici. Si può migliorare gli stipendi dei borsisti e di coloro che ancora si stanno specializzando per attrarre maggiormente a lavorare nel pubblico e in Italia migliorando anche le tecnologie a disposizione (PNRR). Di cose da fare ce ne sono sulla formazione prima di eliminare il test d’ingresso. Da votante avete fatto un grosso errore.

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