William Donahue è il Presidente del College Republicans of America, la più grande organizzazione giovanile dei repubblicani americani. Ed è presente in questi giorni a Cluj per partecipare all’evento organizzato dall’ECR Group, nel corso del quale si stanno affrontando alcune delle tematiche più calde per i conservatori d’Europa, dall’ambiente alla migrazione, fino alla necessità di ri-costruire una società basata su quei valori saldi e forti alla base della nostra storia.
In una intervista esclusiva per La Voce del Patriota, Mr.Donahue passa in rassegna alcuni degli aspetti fondamentali della politica estera di oggi, con un focus particolare su quei principi di libertà e democrazia che dovrebbero guidare l’intero Occidente, senza che a prevalere sia l’algida burocrazia, che troppo spesso ha guidato e guida tuttora le azioni di molti degli attori politici globali.
Lei è un rappresentante della corrente repubblicana americana. Uno dei temi cruciali affrontati dall’amministrazione Trump è l’ambiente, la cui postura sembra ben diversa da quella europea. Dal suo punto di vista, quale è la differenza sostanziale tra le due parti?
Innanzitutto, va detto che gli Stati Uniti hanno adottato una posizione ben precisa riguardo le famose politiche sulla energia verde. Tali politiche, così come portate avanti dall’Unione in questi ultimi anni, troppo spesso si rivelano essere più una questione di affari che altro. In particolare, secondo Trump, tutto ciò che riguarda l’ambiente, così come affrontato finora, pare essere più una questione di propaganda. Non sembra si stia davvero lavorando per salvare il pianeta. Si stanno solo spendendo molti, troppi soldi. Questa è in larga parte la posizione che ha il Partito repubblicano americano, e credo che la pensino così anche molti europei. Ma è una discussione davvero complessa, soprattutto se guardiamo all’Europa di oggi. Quello che posso dire è che Trump su questo ha delle idee ben precise, e sta cercando di metterle in atto il più possibile.
Data la rilevanza assoluta della tematica, secondo la sua opinione, le idee degli Usa e quelle dell’Ue potranno mai giungere ad un punto di incontro e arrivare ad una sintesi proficua per tutti?
Il problema fondamentale qui è che a Bruxelles non piace Trump. Ma va bene così. I cosiddetti ‘burocrati globali’, di certo, preferivano l’amministrazione Biden e avrebbero visto di buon occhio una possibile presidenza di Kamala Harris, perché in realtà sia a Bruxelles che a Washington tali burocrati sono sulla stessa linea. Ma il nostro lavoro è comunque lottare contro questa élite che si è venuta a creare. Combattere per garantire una sovranità nazionale, e per arrivare a costruire una cooperazione proficua tra i vari paesi. Questa è la direzione generale dei conservatori, ed è quindi anche la linea che intende perseguire anche Trump.
Dunque lei ha affermato che i ‘burocrati globali’ non apprezzano Trump e in generale il movimento conservatore. Dall’altro lato abbiamo invece moltissima gente e moltissimi elettori che si identificano sempre di più con le idee conservatrici. Cosa pensa di questo contrasto?
Io credo che di fondo i burocrati siano da intendersi come degli avversari del popolo. Un esempio su tutti lo dimostra il caso in Romania, dove sono state annullate le ultime elezioni perché, di fondo, il risultato non convinceva i piani alti. Ma tutto questo comunque non può e non deve fermare la democrazia. E infatti adesso abbiamo un candidato conservatore, George Simion, che rivendica questo principio di democrazia. Quel principio per cui noi dobbiamo essere liberi di eleggere chi vogliamo ci rappresenti. Questo è importantissimo. La sinistra ha provato ad affossare la democrazia, non solo usando, ma abusando della legge. Hanno provato a mettere a tacere le persone. Ma non ci sono riusciti e non ci riusciranno. Ed è proprio per questo che, anche come americano, sostengo la candidatura di Simion. Perché dobbiamo proteggere ad ogni costo la libertà di tutti, dobbiamo proteggere la Romania e la sua democrazia. In caso di sconfitta, questo sarebbe l’inizio del declino. E non possiamo permetterlo; sarebbe disastroso non solo per questo paese, ma in generale per l’Europa e anche per gli Stati Uniti. E quindi quando dico che sostengo Simion, intendo dire che sostengo in realtà non solo una singola persona, ma anche e soprattutto il principio fondamentale della democrazia basata su ciò che il popolo desidera.
Da qui ai prossimi quatto anni, crede che le relazioni tra Usa e Ue, con lo sforzo dei conservatori di entrambe le parti, potranno arrivare a costruire una realtà sociale, politica ed economica migliore per tutti?
Certamente, lo spero davvero. Io sono un cittadino americano di seconda generazione. Mia mamma è venuta dalla Grecia, e questo mi ha anche fatto rendere conto di quanto sia importante difendere le proprie origini e di come l’Europa sia connessa agli Stati Uniti d’America anche sotto un punto di vista storico e culturale.
I conflitti che ci stanno invadendo, non solo quelli di tipo bellico, ma anche economico e commerciale, rappresentano qualcosa che è assolutamente distruttivo. Per tutti noi. Io spero che le relazioni tra le due sponde dell’oceano possano crescere e migliorare. Spero soprattutto che i conservatori possano acquisire sempre più importanza, così da poter ridare davvero una voce al popolo. E mi auguro anche che le relazioni tra USA e Ue si normalizzino il prima possibile, perché solo attraverso un rapporto sereno e disteso si potranno avere dei risultati che potranno apportare benefici ad entrambe le parti.