Ustica, una strage ancora senza colpevoli

Siamo sopra il braccio di mare tra le isole di Ponza e di Ustica, sono le ore 20.59 del 27 giugno 1980. Il volo di linea IH870, partito da Bologna e diretto a Palermo, con aereo DC-9, cade nel Tirreno, causando la morte degli 81 occupanti dell’aeromobile.

A distanza di 40 anni – domani ricorre il quarantennale – gli aspetti della strage non sono ancora stati chiariti oltre ogni ragionevole dubbio. Cosa resta, oggi, di questa vicenda, che risulta tra i maggiori segreti di Stato nel dopoguerra? Poco e nulla, in termini di verità assolute, tantissimo se invece si parla di ipotesi: una delle più verosimili riguarda un presunto coinvolgimento internazionale (francese, libico e statunitense), che avrebbe voluto il DC-9 all’interno della linea di fuoco di un combattimento aereo, venendo bersagliato per errore da un missibile.

Altre ipotesi, date per inconsistenti, vorrebbero invece un cedimento strutturale o un attentato terroristico: la scoperta della fusoliera integra, però, smentirebbe esplosioni interne. Fu lo stesso presidente Cossiga ad avvalorare l’ipotesi missilistica.

Cossiga, infatti, nel 2007, sostenne che la responsabilità della strage fosse da attribuire allo sganciamento di un missile francese a risonanza, destinato non all’aereo di linea ma all’aereo libico, sul quale si sarebbe dovuto trovare Gheddafi: tesi, questa, avvalorata anche dalla Corte di Cassazione italiana.

La vicenda ha avuto conseguenze legali ed economiche: circa 80 militari del personale aeronautico furono condannati per vari reati, tra cui falso e distruzione di documenti; alla compagnia Itavia venne ritirata la licenza di operatore aereo e cadde in dissesto finanziario e solo nel 2018 i ministeri delle Infrastrutture e della Difesa vennero condannati a risarcire gli eredi del titolare per la loro diretta responsabilità nella vicenda.

E’ giusto che a 40 anni da questa vicenda dalle tinte fosche non si abbiano ancora risposte univoche? E’ giusto parlare di abbattimento aereo all’interno di uno scenario di guerra? Vi furono dei guasti? E se vi fu la supposta intercettazione ed abbattimento dell’aereo di linea, la responsabilità fu libica, americana o francese?

La realtà storica, come accade sempre per eventi di tale portata, è stata irrimediabilmente compromessa: resta la realtà giuridica, ancora appurabile oltre ogni ragionevole dubbio. Sarebbe necessario che lo Stato italiano desecretasse alcuni documenti, tanto su Ustica quanto su altre stragi ancora senza responsabili certi.

E’ un preciso dovere che la storia dovrebbe alle sue vittime, affinché i loro cari possano trovare, se non sollievo, quantomeno giustizia.

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Nello Simonelli
Nello Simonelli
Nello Simonelli nasce ad Avezzano (AQ) il 26 novembre 1988. Sin da bambino interessato a tutto ciò che verte intorno al mondo del giornalismo e della scrittura, si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Teramo nel 2014, per poi dedicarsi ad attività che spaziano dal teatro alla dirigenza sportiva, dedicandosi ad ulteriori studi nel ramo del marketing e della comunicazione oltre che del diritto sportivo. Lavora presso lo Studio Legale Simonelli di Avezzano, è responsabile del circolo cittadino di Nazione Futura, scrive per diverse testate locali, nella Marsica ed in Abruzzo, e di approfondimento politico e sociale.

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