La proposta di legge n.887 presentata il 15 febbraio 2023 intende rendere la maternità surrogata un reato dalla natura universale, considerandolo tale anche se commesso all’estero.
Infatti, la legge 19 febbraio 2004, n. 40 prevede che «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro».
Tale disposizione, tuttavia, si applica solamente a livello nazionale, il che ha comportato la realizzazione di un vero e proprio turismo procreativo all’estero. Infatti, le coppie italiane che non possono avere figli si recano nei Paesi in cui la pratica della maternità surrogata è legale, in modo da aggirare il divieto esistente in Italia.
La cosiddetta gestazione per altri (GPA) o gravidanza solidale, che non è altro che un termine edulcorato per descrivere una tecnica di sfruttamento e mercificazione del corpo della donna, è alla base di un business da miliardi di dollari in crescente aumento. Le cifre a cui si fa riferimento sono vertiginose: per una gravidanza si spendono dai 25.000/30.000 fino ai 50.000 dollari. Di questi, ben pochi sono destinati alle donne che mettono a rischio la propria salute mentale e fisica per mettere al mondo una nuova vita.
Si tratta, insomma, di “un banale mercimonio di madri e di bambini”. Entrambe le parti sono poste infatti in una situazione del tutto a-normale: da un lato, la donna che per nove mesi ha portato in grembo il suo bambino non ha alcun diritto sulla creatura da lei messa al mondo, dall’altro, il neonato costretto a separarsi dalla madre biologica subito dopo il parto in maniera assolutamente traumatica, che lo farà crescere con il dubbio di chi sia la madre biologica per tutta la vita.
Da tutto questo “Nasce l’esigenza, sempre più avvertita in ambito nazionale e internazionale, di condannare la diffusione di tali pratiche”, essendo esse fortemente lesive sia nei confronti della donna sia nei confronti dei bambini.
Nella giornata di oggi 9 maggio è stato fatto un importante paso in avanti nel conferire un aspetto “internazionale” al reato della maternità surrogata, già previsto nell’ordinamento italiano, attraverso l’adozione da parte della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati del testo base della proposta di legge contro la maternità surrogata promossa da Fratelli d’Italia.
Il testo prevede quanto segue: “Al comma 6 dell’articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».”
La proposta di legge presentata e firmata da Fratelli d’Italia, ed oggi approvata in commissione, vuole porre fine alla inaccettabile pratica dell’utero in affitto che non solo denigra la donna nella sua sfera più intima, sfruttando inoltre la disperazione di quante sono in condizione di indigenza che vedono in questa tecnica una possibilità per sbarcare il lunario, ma che pone anche dei bambini innocenti nella condizione di essere un mero oggetto di contratto.
Attraverso il riconoscimento dell’utero in affitto come reato universale si compie un atto di buon senso che impedisce la compravendita di bambini e la mercificazione del corpo, così da porre fine al turismo procreativo che fino ad oggi autorizza chiunque voglia un figlio a ricorrere a quella che è una pura strategia di acquisto pur di soddisfare il proprio desiderio, la cui natura non ha nulla di solidale, ma che al contrario si figura come uno degli atti più egoistici al mondo.