Vance al CPAC: “L’Europa non può accettare milioni di clandestini”

C’è un pericolo che incombe sull’Occidente, che sia la sua parte americana o quella europea: l’immigrazione di massa. Milioni di persone che accedono illegalmente attraverso i confini dei vari Stati, il più delle volte inviati come armi silenziose di guerre ibride allo scopo di destabilizzare la sicurezza interna, di mandare al collasso la tenuta sociale degli ordinamenti, di minare al mantenimento della cultura e delle tradizioni degli ospitanti. Nelle varie città, è sempre più elevata la quota di popolazione di origine straniera e – cosa più grave – è sempre più numerosa la fetta di popolazione straniera che non riesce né vuole integrarsi con il resto della società.

È un pericolo che i conservatori del mondo hanno notato da tempo e che è stato ripreso, con forza, da J.D. Vance, il nuovo vicepresidente americano che, dopo le parole pronunciate in Germania, è stato accolto con un’ovazione dal pubblico presente a National Harbor, nel Maryland, durante la conferenza degli elettori conservatori, la Conservative Political Action Conference (CPAC) dove domani interverrà anche la premier italiana Giorgia Meloni. “La minaccia più grande in Europa, e direi la minaccia più grande negli Stati Uniti fino a circa 30 giorni fa – ha detto Vance –, è che i leader occidentali abbiano deciso di inviare milioni e milioni di migranti stranieri non controllati nei loro Paesi. Non possiamo ricostruire gli Stati Uniti d’America o l’Europa – ha aggiunto – lasciando che milioni e milioni di immigranti clandestini non controllati entrino nel nostro Paese. Questo deve essere fermato”.

L’Europa deve riscoprire i suoi valori

Parole che richiamano a un senso di responsabilità, ma anche di introspezione da parte dei leader europei che, con il nuovo corso dettato dagli elettori americani ed europei, dovranno chiedersi quanto ancora sia rimasto di quei valori fondativi che il nostro continente condivide con gli Stati Uniti. Alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, Vance aveva infatti spiegato che “mentre l’amministrazione Trump è molto preoccupata per la sicurezza europea e crede che si possa arrivare a un ragionevole accordo tra Russia e Ucraina – e noi crediamo anche che sia importante che nei prossimi anni l’Europa si faccia avanti in modo deciso per provvedere alla propria difesa – la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non proviene dalla Russia, dalla Cina o da nessun altro attore esterno. Quello che mi preoccupa è la minaccia interna. Il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori che condivide con gli Stati Uniti d’America”. Parole che sono state criticate dai progressisti e dallo status quo europeo, malgrado siano state ripetute in forma diversa da Mario Draghi (e in quel caso, tutti si sono inchinati). Una nuova Europa, se mai ci sarà, dovrà fondarsi su valori imprescindibili quali la sicurezza interna e la libertà di espressione, in bilico di fronte a un sistema di potere che le destre europee denunciano da anni.

Ha commentato l’intervento di Vance Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e vicepresidente di Ecr Party: “A Washington con Ecr Party insieme a Mateusz Morawiecki a George Simion per l’apertura di questo CPAC: la parola a J.D. Vance, vicepresidente USA, che spiega in chiave semplice e moderna la sua visione del mondo: Dio, Patria e Famiglia. E un pensiero per noi europei: ‘Noi amiamo la partnership transatlantica ma deve fondarsi su valori comuni: se l’Europa non difende i suoi confini dall’immigrazione illegale, se censura la libertà di espressione dei cittadini, questi non sono valori comuni’. Spunti interessanti per le sfide che ogni giorno combattiamo in Europa!”.

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