Nell’era del globalismo, dove ogni parola viene attentamente pesata e filtrata sotto la lente del “politically correct”, guai a scherzare sui comportamenti di un musulmano o sulle pretese del mondo LGBT, guai a imitare i tratti somatici di persone di diversa etnia o ad imitare il modo di parlare di persone che provengono da Paesi stranieri: si è sottoposti alla gogna mediatica nel tempo di un battito di ciglio e, nei casi più gravi, piovono denunce.
L’ossessione del razzismo divampa e, come il fuoco greco, una volta accesa è assai difficile da domare. Qualche giorno fa, Gianluca Gorini, cuoco di un ristorante di Forlì che da poco ha ricevuto la sua prima stella Michelin, durante un evento gastronomico nel quale doveva preparare ricette suggerite da un giovane chef cinese di un ristorante di Melbourne, si era fatto una foto con tutta la brigata di cucina, indossando un cappellino alla orientale e tirandosi gli occhi con le dita per farli diventare a mandorla. Lo scatto è diventato virale, ha fatto il giro del mondo ed in pochi istanti il giovane cuoco è diventato un “disgustoso razzista”, finendo sulle pagine dei giornali nazionali. A caro prezzo si paga anche la più innocente delle goliardate.
Quando ad essere messi in discussione sono, invece, i valori cristiani, la religione cristiana e le radici culturali occidentali, allora tutto è concesso, anche la blasfemia. Ed ecco che a pochi giorni dal Natale, festività nella quale si celebra la nascita del Cristo Salvatore, assistiamo ad un rinnovato sentimento anti-cristiano. Al giorno d’oggi prendere in giro Gesù e il Cristianesimo o scagliarsi contro gli insegnamenti ed i principi della religione cristiana sembra essere diventato lo sport preferito dei globalisti radical chic.
Ieri, a Roma, di fronte al museo Macro è stato affisso un manifesto osceno che rappresentava Gesù Cristo, sotto la scritta “Ecce Homo”, con un’erezione davanti a un bambino inginocchiato. Grazie al pronto intervento del Consigliere comunale Andrea De Priamo e del Consigliere regionale Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia, il manifesto è stato subito rimosso.
“Il manifesto affisso all’esterno del Macro di Roma, Museo di arte contemporanea della Capitale, è di una vergogna inaudita”, si legge nella nota diffusa da De Priamo e Ghera. “Stamane, recandoci sul posto abbiamo notato un’immagine volgare che ritrae un bambino in ginocchio davanti a Gesù Cristo, quest’ultimo in evidente stato di eccitazione e con la mano in testa al bimbo. È inaccettabile che roba del genere venga esposta al pubblico, in un museo importante della città – peraltro con fondi pubblici – e frequentato anche da famiglie. Come Fratelli d’Italia chiediamo alla sindaca Raggi di far rimuovere urgentemente la locandina blasfema, indegna e offensiva non solo dei cristiani ma anche di Roma”.
Poco dopo è Giorgia Meloni a tuonare dalla sua pagina FB: “Il sindaco Raggi rimuova immediatamente questo schifo esposto al Museo di Arte Contemporanea di Roma. Non riesco a capacitarmi di come qualcuno abbia potuto autorizzare uno scempio di questa gravità all’interno di un museo comunale della Città Eterna. Questa vergogna deve sparire subito e i responsabili siano sanzionati”.
Ora è Netflix a mettere sotto mira la figura di Gesù. In “A Primeira Tentação de Cristo” (La prima tentazione di Cristo), una nuova serie brasiliana, Gesù viene raffigurato gay e fidanzato, senza nessun interesse nella missione di diffondere la Parola di Dio, una specie di figlio dei fiori che bivacca insieme agli apostoli, alcolisti e la Madonna, una poco di buono.
La sinistra radical chic, quella del politically correct, quella che si straccia le vesti per un’imbarcazione ferma in un porto che trasporta immigrati illegali, che si veste d’arcobaleno per promuovere l’abominevole pratica dell’utero in affitto e dell’adozione gay, non proferisce verbo né scrive una riga davanti alla più grande persecuzione dei nostri tempi, quella contro i cristiani e la loro libertà religiosa, in costante aumento in tutto il mondo. Aiuto alla Chiesa che Soffre – la Fondazione di diritto pontificio che sostiene la libertà religiosa nel mondo – ha presentato a Roma nell’ottobre scorso il suo annuale rapporto nel quale si evidenzia la drammatica condizione delle comunità cristiane nel mondo e le sistematiche violenze di cui sono vittime, soprattutto in Africa e Asia meridionale dove c’è «una vera caccia ai cristiani». Sono 300 milioni i cristiani perseguitati e queste vignette e serie tv sono un altro terribile colpo alla dignità ed ai diritti umani di queste persone, che per la loro fede sono anche a rischio della vita, oltre che di tutti i fedeli cristiani e di coloro i quali si riconoscono nei valori e nelle radici cristiane.
“Scherza coi fanti e lascia stare i santi”, dice un antico proverbio italiano. Si può scherzare con le cose profane, insomma, ma non dovremmo prenderci gioco del sacro. Chi chiede rispetto, dovrebbe in primis imparare cosa significhi avere riguardo per i più profondi sentimenti di un Uomo, quelli verso Dio e la famiglia.