Verso il conclave. I candidati al pontificato dall’Europa e dal resto del mondo

In attesa dello svolgimento del Conclave, dal quale uscirà il prossimo pontefice, continua la rincorsa all’individuazione dei possibili candidati alla successione. Dei cardinali italiani “papabili” vi abbiamo già parlato in questo articolo. Vediamo ora chi sono gli altri nomi che, tra analisti e vaticanisti, stanno andando per la maggiore. 

Se è vero che al momento non sembrano esserci “papabili” provenienti né dall’America Latina (anche se qualcuno, pur in misura remota, ipotizza sorprese per esempio dal Brasile o dalla Colombia) né dall’Africa (rappresentanza in crescita, ma senza figure di peso internazionale), quanto all’Asia invece qualche nome viene fatto. 

Ad andare per la maggiore, dalle Filippine, è Luis Antonio Tagle, 67 anni, molto vicino a Papa Francesco (che lo ha nominato prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli). Viene descritto come un uomo dotato di “forte empatia e carisma, particolarmente nel mondo asiatico e tra i giovani. Potrebbe incarnare un papato missionario e globale”. Come sottolineato in un articolo pubblicato su Il Foglio, Tagle è considerato “l’enfant prodige della chiesa delle periferie, teologo apprezzato e brillante conferenziere, uomo giusto per aprire le porte dell’Asia più profonda al cattolicesimo”. Politicamente parlando si è espresso pubblicamente e con vigore contro una legge filippina sulla “salute riproduttiva” che ha introdotto politiche anti-famiglia e anti-vita ed ha parlato altrettanto duramente contro l’aborto e l’eutanasia. Ha però anche sostenuto, seguendo una linea più “progressista”, che le coppie che vivono insieme senza essere sposate dovrebbero poter fare la Comunione. Secondo alcuni potrebbe rappresentare una “svolta asiatica” nella Chiesa, ma ha il limite di essere poco “radicato negli ambiti curiali romani”, nei quali è visto “più come missionario che come governante”.

Meno “di peso”, ma comunque apprezzato anche il cardinale birmano Charles Maung Bo, 77 anni,  nominato nel 2015 da papa Francesco, che lo ha voluto anche membro della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e del Pontificio consiglio della cultura. Molto impegnato sul fronte del dialogo interreligioso, ha affermato che nella Chiesa “c’è bisogno di potenziare i laici, i religiosi ed in particolare le donne. Tutti dovrebbero avere una voce più grande e più attiva nel processo decisionale”.

Dagli Stati Uniti arriva il nome di Wilton Gregory, 77 anni, arcivescovo di Washington (nominato cardinale nel 2020 da Papa Francesco, che lo ha voluto anche membro del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita), primo cardinale afroamericano, progressista, stimato per il suo equilibrio e la sua leadership nella gestione dello scandalo degli abusi sessuali nella chiesa americana.

Quanto all’Europa, tra i candidati al pontificato più citati nelle analisi di queste ore c’è innanzitutto l’Arcivescovo di  Esztergom-Budapest e Primate d’Ungheria Peter Erdo, 72 anni, già presidente della Conferenza delle Chiese europee. Schierato su posizioni teologicamente ortodosse e nettamente conservatrici, è comunque considerato una “figura di equilibrio tra dottrina e pragmatismo pastorale”. Come ricorda Il Foglio, “è cresciuto sotto il comunismo. Considerato un grande intelletto e un uomo di cultura” dotato anche di profondo senso istituzionale, quanto alla politica si è opposto “al celibato facoltativo per i sacerdoti” ed “è fermamente contrario all’accettazione delle unioni omosessuali” ed “è fortemente pro-life”. 

Altra figura quotata è quella dell’Arcivescovo di Lussemburgo Jean Claude Hollerich, 66 anni, Relatore Generale del Sinodo. Di orientamento progressista, è molto impegnato sul fronte della promozione del dialogo Chiesa-mondo e gli è riconosciuta una visione apertamente universale. Politicamente parlando, per le sue aperture su alcuni temi molto sensibili (tra cui il ruolo delle donne e la comunità LGBTQ+), potrebbe risultare secondo alcuni troppo divisivo.

Dell’elenco di nomi, lo ricordiamo, provvisorio e assolutamente non esaustivo, fanno parte anche: il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, 71 anni, tradizionalista, nominato nel 2004 da Giovanni Paolo II membro della Pontificia Accadeia per la vita e nel 2008 da Benedetto XVI membro della Congregazione per il clero e di quella per l’educazione cattolica, è ritenuto strettamente conservatore e assai inflessibile soprattutto su temi attinenti alla moralità sessuale e alla difesa della vita; l’arcivescovo di Marsiglia Jean Marc Aveline, 66 anni, progressista, colto ed impegnato nel dialogo interreligioso, molto vicino a papa Francesco; il segretario generale del Sinodo dei Vescovi, il maltese Mario Grech, 68 anni, aperto su temi delicati come l’omosessualità e l’accoglienza ai migranti (la questione “va seguita e indirizzata con molta calma, con molta prudenza ma anche con molta responsabilità. Non possiamo mettere al bando la vita umana”); l’arcivescovo di Rabat, lo spagnolo Cristobal Lopez Romero, 72 anni, missionario salesiano, sostenitore deciso del dialogo interreligioso, quotato anche perché rappresenta una figura ponte tra Europa ed Africa.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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