“Young lives matter”: i giovani di Hong kong contro il regime comunista cinese.

Hong Kong – Da mesi si susseguono manifestazioni del movimento Demosistō che chiedono a gran voce la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e democratiche, tra cui quella a favore del suffragio universale.

Lì in Cina, nonostante il mondo guardi solo e soltanto all’America, strumentalizzando le rivolte contro Trump, il governo cerca di limitare qualsiasi forma di critica e richiesta di partecipazione alla vita democratoca di Hong Kong.

In particolare, come denuncia il giovane a capo del movimento Joshua Wong , «la legge sulla sicurezza nazionale, nel contesto di un regime autoritario» si tradurrà nel «silenziamento delle voci dei manifestanti, di cittadini, giornalisti e leader religiosi». Durante il 4 giugno, giornata di nuove proteste e scontri con la polizia, l’attivista twittava: «Questo potrebbe essere l’ultimo anno in cui gli abitanti di Hong Kong potranno parlare di piazza Tiananmen».

L’appello dei manifestanti è rivolto alle comunità internazionali e sopratutto ai partner principali di Pechino. Dopo che gli USA hanno minacciato sanzioni al prossimo congresso, il leader di Demosistō chiede l’attenzione delle Nazioni Unite avvertendo però anche l’Italia. In un’intervista a Linkiesta Jousha non ha usato mezzi termini: «Pechino ha potuto rompere la promessa sancita nella Dichiarazione sino-britannica su Hong Kong», affermando «non mi stupirei se finisse per non rispettare anche gli impegni presi nell’ambito dell’iniziativa della Via della Seta, mettendo in difficoltà il vostro Paese».

Insomma il governo rosso – giallo continua a chiudere gli occhi anche su questo. Anzi il giovane Di Maio, attuale Ministro degli Esteri e tra i fautori dell’accordo miliardario che ad oggi vede premiare solo l’import cinese e non l’export italiano, continua ad elogiare gli amici cinesi lanciando campagne mediatiche al fine di non danneggiare l’immagine della Cina in Italia nonostante i tanti dubbi su come si sia sviluppata la vicenda del Covid 19.

Il governo delle quattro sinistre si inginocchia davanti al dragone senza preoccuparsi delle violazioni dei diritti nella Repubblica popolare cinese.

Ma non ci sorprende. Lo abbiamo visto quando la maggioranza in Parlamento si è sottomessa agli islamisti del Qatar come abbiamo denunciato anche noi de La Voce del Patriota. Ormai l’onestà intellettuale non è di casa rosso gialla.

A noi il compito di ricordagli di ciò che accade oltre l’est dell’Europa, perché se si difendono i diritti umani lo si fa sempre, a prescindere del colore di chi governa.

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Mario Pozzi
Mario Pozzihttps://www.lavocedelpatriota.it
Classe '89. Opinion leader di casa, la politica un impegno civile. Vice Presidente Gioventù Nazionale, Board member Forum Nazionale Giovani. Alla fine #ècolpadipozzi

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